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FUORI delle RIGHE

croce

Salva te stesso - Mt 27,39-44

Dal Vangelo secondo Matteo
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.


Quelli che passavano di lì

Gli uomini passano distratti, assorti nei propri pensieri, ma non così distratti da non guardare e proferire sentenze continuando la propria strada. Spesso le nostre relazioni sono così: sfuggenti, provvisorie, di passaggio. Succede, nella quotidianità della vita, quello che accade guardando la Tv mentre siamo impegnati in qualche altra cosa e buttiamo lì l’occhio o l’orecchio ad una notizia per passare subito dopo ad un’altra, ma non senza aver giudicato, lamentato o approvato. Ci lamentiamo della delinquenza, della corruzione dei politici, degli immigrati che arrivano, dell’arbitraggio della partita o della incapacità dell’allenatore … ma ogni volta passiamo oltre e non ci lasciamo coinvolgere.
Anche la nostra relazione col Signore non è troppo diversa, gettata lì a riempire lo spazio lasciato vuoto tra un interesse e l’altro, è un impegno passeggero che non impegna più di tanto ma garantisce il “non si sa mai”, come la croce diventata gioiello che si porta appesa al collo.


salva te stesso

Proviamo a tornare indietro nel vangelo di Matteo al cap. 4 dove si raccontano le tentazioni di Gesù. Riflettendo all’inizio della quaresima avevamo detto: “Satana chiedeva a Gesù che divenisse un Messia del sorprendente mentre Gesù è obbediente alla sua stessa umanità non intende distinguersi nel modo di abitare tra gli uomini. Questa seduzione abbraccia tutta la vita del Signore e i seduttori hanno nomi diversi dai farisei alla folla, dai discepoli alla parentela, da Pietro ai sacerdoti del tempio”.
Le cose dette da quelli che passavano, o dai capi dei sacerdoti, non sono molto diverse dal nostro sentire per tre aspetti.
Il primo è dettato dalla sopravvivenza. Di origine medioevale è il detto: mors tua vita mea, nell’ottica della opportunità indipendentemente dai costi. Non riguarda solo la vita in senso stretto, ma tutti quegli aspetti che sembrano renderci la vita vivibile o almeno più comoda: dal posto di lavoro al cellulare più efficiente. L’uomo percepisce che il suo destino è legato alle sue capacità, alle opportunità che gli sono offerte e che egoisticamente parlando deve saper cogliere. Nel deserto il diavolo aveva proposto a Gesù di risolversi il problema della fame cambiando i sassi in pane (Mt 4,3).
La seconda motivazione è dettata dall’immagine di Dio che ci tramandiamo e che non può non essere onnipotente. Un Dio debole è un controsenso, una inutilità. E come può la bontà di Dio permettere una atrocità? Anche il diavolo propone a Gesù di buttarsi dal pinnacolo per certificare la potenza di Dio (Mt 4,6).
Il terzo aspetto è dato dal potere. Non c’è bisogno di fantasia per avere la certezza che “salvare se stessi” è priorità assoluta di chi esercita un potere economico, politico ed anche religioso. I poteri sono autoreferenziali, si autoalimentano cancellando il prossimo dall’orizzonte, altrimenti sarebbero servizi. La terza tentazione descritta da Matteo è proprio quella del potere (Mt 4,9).            


scenda ora dalla croce e crederemo in lui

I sacerdoti e gli scribi con la loro sapienza teologica, sanno tutto di Dio e del suo messia. Stanno dentro una struttura teologica totalmente statica e ben definita, che non ha permesso di riconoscere Gesù per quello che è perché non rispecchiava i loro canoni. Loro sono sicuri che Gesù non può essere il messia: troppo indulgente verso i peccatori, irrispettoso delle regole, dai discorsi innovativi. Dio aiuta il giusto e condanna il malvagio dunque Gesù dev'essere sicuramente un malvagio altrimenti Dio sarebbe già intervenuto. Perciò gridano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso!». Il mancato intervento divino è la loro garanzia di verità.
Ecco, gli uomini dettano le condizioni a Dio, suggeriscono quali decisioni prendere, spiegano quello che deve fare, come e con chi! Pronti scandalizzarsi, rifiutare e condannare per omissione di soccorso. La Croce è scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani (1 Cor 1,23).


“Sono Figlio di Dio”!

Gesù è il Figlio della debolezza che sottostà alla prepotenza umana. Dio non è ragionevole, fuori da ogni logica comprensibile all’uomo. Perché mai noi, che siamo esseri umani, dovremmo aspettarci di essere in grado di comprendere il pensiero di Dio? Lui è l’eterno, infinito, onnisciente, onnipresente, onnipotente, non può essere debole, succube del peccato umano. Abbiamo ragionevolmente difficoltà ad accettare il mistero della croce. Come è possibile che questa sia l’ultima Parola di Dio, quella definitiva per l’uomo?
Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me (Mt 10,38). È vero che tra poco contempleremo lo splendore della resurrezione, ma nulla cancellerà della croce.
La Croce di Gesù esprime tutto l'amore e tutto il dolore di Dio per tutta l'umanità. Ma un Dio così è quello che pensavamo? Ed è questo il Dio che ci serve?” (G.Nicolini)
È proprio l’amore che il Signore ha profuso nella croce che ne costituisce la vittoria.